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Anci Puglia, correggere la norma anti-sindaci dopo lo stop del ministero

⁠”Avevamo espresso sin da subito tutte le nostre perplessità e il nostro rammarico per l`approvazione, notte tempo e a votazione segreta, di un emendamento palesemente discriminatorio ed ingiustificato nei confronti dei Sindaci pugliesi, con cui il Consiglio regionale della Puglia aveva imposto ai primi cittadini intenzionati a candidarsi a quell`assise, di dimettersi sei mesi prima delle elezioni regionali. Una norma che comprime ingiustificatamente il diritto all`elettorato passivo di un`intera categoria, quella dei sindaci, peraltro già oggetto di apposita previsione normativa del Tuel”. Lo dichiara in una nota l`Anci Puglia in riferimento alla norma approvata dal Consiglio regionale il 18 dicembre scorso che impone ai sindaci, che vogliono candidarsi alle elezioni regionali di dimettersi sei mesi prima dalla carica di primo cittadino. “Oggi, apprendiamo – sottolineano da Anci Puglia – che anche il Viminale ci dà ragione: la norma è stata definita incostituzionale e irragionevole dal Ministero dell`Interno, che ha espresso perplessità sull`introduzione di una limitazione del diritto di elettorato passivo dei primi cittadini”. Con una nota inviata al Governo nell`ambito del controllo sulla legge di bilancio 2025, il “Viminale ha evidenziato le criticità dell`articolo 219, ritenendolo non in linea con le norme generali stabilite dalla legge 165/2014″.”Ora – concludono da Anci Puglia – la decisione spetta al Consiglio regionale della Puglia: tornare sui propri passi e cancellare una brutta pagina di legiferazione antidemocratica o attendere che sia il governo a impugnare”.

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